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A scuola a piedi scalzi

Ieri, mettendo un po’ d’ordine in giro, mi è capitato fra le mani un vecchio libro datato 1994 al quale sono particolarmente legato. Si trattava di un interessante progetto realizzato dall’associazione pedagogica italiana (As.Pe.I.) in collaborazione con le Casse Rurali di Trento che mirava a sottolineare l’importanza e il valore della figura dell’insegnante nella società, raccogliendo in questo volume scritti di vari maestri di scuola.

Sfogliando queste pagine emergono frammenti di vita vissuta, spunti di riflessione, confessioni di gioia ma anche di amarezza, una vita di dedizione sincera che punta più alla responsabilità dell’educare che al calcolo dell’istruire. Non ho mai avuto un buon rapporto con l’istituzione scolastica, però del periodo delle elementari conservo un ricordo meraviglioso grazie a Ada, la mia maestra di allora.

L’opera in copertina la realizzai io ad acquerello e malgrado fosse uno dei miei primi lavori su commissione e presenti qualche ingenuità credo conservi ancora quella malinconia trasognata che cercai di infondere alla scena. Da notare che firmavo con la doppia R, quanti anni sono passati!

Il libro mi è caro anche perché a curare questa raccolta di racconti fu mio zio Bettino, scomparso purtroppo già da alcuni anni. Anche lui insegnava, era uno di quelli tosti, ma aveva un gran cuore ed oltre ad eccellere nella scrittura era un vero anticonformista. Nel poco tempo passato insieme (lui viveva a Milano e io a Napoli) mi ha insegnato molte cose, come la necessità di imparare il prima possibile a fare i conti con la solitudine.

Mi mancano molto quella sua aria scanzonata e imprevedibile quando era di buonumore, i nostri discorsi sulla vita, la politica e le responsabilità individuali di ognuno. Credo che se oggi fosse qui apprezzerebbe molto le potenzialità della rete. Chissà, forse non gli sarebbe dispiaciuto leggere un post che parla di lui scritto da quel nipote così insicuro che nel frattempo (almeno all’anagrafe) si è trasformato in un uomo.

Comments (5)

  1. Roberto invece questa illustrazione è tanto genuina e “sa” dei tempi delle elementari appunto … quando si vede il mondo con quegli occhi! Mi piace molto … mi fa venire in mente “La casa nella prateria” :-) Complimenti è un bellissimo ricordo! ciao! Vero

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