Una sfida appassionante su un sasso incredibile!

Oggi vi mostro il mio ultimo lavoro su pietra. Come avrete capito si tratta di un’opera unica, perché la forma del sasso sul quale ho lavorato è realmente strepitosa.

Ringrazio il Sig. Paolo di Trieste che me l’ha commissionato e lascio a lui la parola!

“Buonasera Signor Rizzo, sei anni fa, mentre camminavo per il Carso triestino, mi imbattei in una strana pietra dalle sembianze di un uccello. Anzi, a prima vista, in mezzo all’erba, mi parve quasi un uccello reale. Lo portai a casa e da quel giorno “razzola” nel mio giardino. Ora, vedendo i suoi magnifici lavori, mi chiedevo se la nostra pietra potesse ispirarla nella realizzazione di uno dei suoi incredibili animali. Sarebbe bello che il sasso, già modellato dalla natura, prendesse vita sotto i suoi abili colpi di pennello”.

Inutile dirvi che ho raccolto immediatamente la sfida! Già dalle foto inviatemi però era chiaro che non si trattasse di un lavoro semplice: il sasso è piuttosto grande (oltre 30 cm), la zona del becco è poco pronunciata, per cui avrei dovuto aiutarmi con i chiaroscuri per dargli maggiore profondità e farlo sembrare più aguzzo.

Inoltre, come ho poi potuto constatare da vicino, la superficie della pietra è ruvida e presenta in molti punti spaccature e fori che avrei dovuto sapientemente ‘camuffare’ con il colore. Ho troppo rispetto per il lavoro fatto nei decenni da Madre Natura e non utilizzo quasi mai paste sintetiche per turare buchi o limare imperfezioni: preferisco misurarmici tentando di sfruttarli a mio vantaggio. Non era neanche facile scegliere il soggetto da dipingere.

Di comune accordo col Sig. Paolo abbiamo stabilito dovesse essere una grandule maschio, volatile parente di colombi e pernici, dal piumaggio ricco e variopinto. E ora passiamo al procedimento di realizzazione step-by-step!

Per prima cosa realizzo un veloce disegno a matita per individuare i punti ‘critici’ della pietra e studiare le proporzioni dell’uccello. Non si tratta ancora della traccia definitiva, più che altro questo schizzo mi serve per ‘prendere confidenza’ col supporto. Uno studio iniziale del genere a qualcuno potrà sembrare inutile ma invece è fondamentale per una buona riuscita del sasso dipinto: posso infatti già valutare dimensioni e collocazione di vari elementi come occhi, becco e coda.

Successivamente stendo un paio di mani di acrilico di base: un ‘verdaccio’ nella zona superiore (ottenuto mescolando giallo di cadmio medio, nero, verde vescica e terra di siena naturale), del bianco puro in quella inferiore e un grigio chiaro sulla coda. Attendo che il colore asciughi ed eseguo un nuovo disegno a matita bianca più rifinito e minuzioso, concentrandomi sull’andamento delle penne delle ali, adattandole dove serve alle spaccature e alle curve della roccia.

Ripasso le tracce a matita con dell’acrilico nero abbastanza diluito, in modo da circoscrivere tutte le aree (in particolare quelle del piumaggio), e poi inizio a dipingere i singoli elementi uno ad uno scendendo sempre più in profondità nel dettaglio. Addolcisco la zona del petto (particolarmente squadrata) tentando di dare l’illusione prospettica di una forma bombata e, più in basso, realizzo la zampa della grandule. Sono appena all’inizio e c’è ancora molto lavoro da fare.

Lentamente rifinisco ogni zona dell’opera, lavorando sempre dallo scuro al chiaro, concentrandomi in particolare sulle piume, aumentando i contrasti sul becco e accentuando l’arancione delle guance. Inizio anche a dipingere la particolare livrea rossiccia che si trova tra l’ala e il petto: una caratteristica specifica della grandule. Un’altra giornata è passata… mi sembra di essere ancora in alto mare ma in realtà il lavoro procede abbastanza spedito e già riesco a immaginarmelo finito.

Non manca molto al termine del lavoro. Passo e ripasso sulle varie zone tenendo però ben presente la visione d’insieme dell’opera e scendendo sempre più bel dettaglio, iniziando ad utilizzare i pennelli da ritocco per rifinire il verso delle piume e delle penne remiganti. I chiaroscuri vaporosi del petto vanno calibrati con molta attenzione, dosando con sapienza zone grigie e bianco puro. Tutto questo va fatto su entrambi i lati del sasso (anche se in foto ne mostro soltanto uno).

Sono a un passo dalla conclusione. C’è voluta una settimana di duro lavoro ma mi ritengo più che soddisfatto… la grandule sta letteralmente prendendo vita pennellata dopo pennellata. È sempre una magia vedere nascere piano piano queste creature dalle proprie mani. Non c’è bisogno di pazienza quando si lavora con entusiasmo. È questo il segreto per ottenere dei buoni risultati: tenere alta l’energia e stupirsi di ciò che si è riusciti a creare con amore e passione.